E se la corsa fosse un ottimo allenamento alternativo alla bicicletta quando abbiamo poco tempo?
Avevamo già parlato di alternative alla bicicletta in inverno da svolgere in palestra o a casa… Questa volta però i consigli ce li da una vera runner: Sara Taiocchi già conosciuta nelle nostre #GirlStories girate in Val di Fassa.
Vediamo assieme come si allena.
Che cosa può raccontare una runner a una crew di bikers?!
Quali consigli possono arrivare dalla fatica della corsa, spesso giudicata noiosa e troppo massacrante da chi si muove in fretta su bestie di carbonio o si getta tra i sentieri più rock in sella a mostri fluo, corazzati per ogni tipo di terreno?
Beh, io vi racconto una storia fatta di roccia, sentieri, rifugi accoglienti e mangiate in compagnia, con la speranza di mostrarvi un’alternativa easy ai vostri allenamenti sui pedali. Una storia semplice di passione e fatica, come quella che vi lega alla vostra bicicletta.
La bicicletta oggi
Tutte le volte che mia nonna mi vede inforcare la bici da corsa, non manca di ricordarmi che anche lei ne aveva una.
Era la fine degli anni ’40, San Pellegrino Terme godeva di quel fascino senza tempo della cittadina d’acqua e la nonna aveva trovato lavoro presso una delle pasticcerie che hanno contribuito a far conoscere il nome del nostro paese: il Bigio.
La sua bicicletta da corsa era al servizio dei capricci degli ospiti del lussuoso Grand Hotel o delle ville liberty sparse per tutto il paese, da cui arrivavano gli ordini per cabaret di frolle e biscotti Bigio, fruttini lucidi di gelatina e fiamme al cioccolato spruzzate di Rhum.
Via sui pedali, tra una faccenda e l’altra nel ristorante o nelle camere dell’albergo Bigio, per consegnare in fretta i dolci tanto attesi. Ovviamente, la stessa bici era il piccolo lusso per coprire il tragitto casa-lavoro in meno tempo: l’alternativa era andarci a piedi e poche storie.
Oggi, quando salgo in sella alla mia “amica Bianca”, lo faccio solo e puramente per spasso e ammetto di avere il risentimento di aver bisogno di troppo tempo per dedicarmici.
La bici non è più il mezzo veloce, il lusso di pochi fra molti che macinano chilometri a piedi, ma è l’hobby di chi ha tempo.
Mio padre, pensionato, conduce la vita di un ciclista professionista: si allena e riposa. Per tutti gli altri, è un gran casino e per noi ragazze è quasi impossibile. I ritmi folli di oggi che ci dividono tra lavoro, famiglia, casa cani, gatti e pappagalli e, magari qualche momento culturale, riducono la possibilità di ritagliarsi qualche ora per sfogare lo stress sui pedali.
Perché lo sapete meglio di me, per un buon allenamento in bici, servono dalle 2 ore in su (e se sono 3, meglio).
A volte capita di seguire le orme dei nonni e di utilizzare la bici per andare al lavoro, ma purtroppo il tempo è sempre poco e quello che prima era un lusso perché faceva risparmiare fatica, oggi lo è ancor di più perché è un tempo speciale da dedicare a se stessi.
E come in ogni favola che si rispetti, quando tutto sembra finalmente collimare per concedere le due/tre ore tanto agognate, che cosa succede? Piove.
Piove come se non ci fosse un domani, come se la foresta equatoriale tutt’a un tratto avesse sostituito i boschi di latifoglia dell’Italia, come se un secondo e ben più tragico diluvio universale dovesse scatenarsi per richiamare l’umanità all’ordine.
Ma noi che siamo sportive e dannatamente zen, sappiamo reagire con positività e flessibilità migliori di qualsiasi operatore telefonico. Sì, perché noi abbiamo il piano B.
Il piano B (o C?)
Lo so, eravamo già tutte vestite, con il nostro completino capace di sfilare meglio di un tubino nero, con i calzini cheeky che fregandosene dell’abbronzatura, svettano fino a metà polpaccio, mostrando con fierezza unicorni, gelati, fiori e qualsiasi altra cosa cool e coloratissima in circolazione.
Avevamo il casco e le riders off-road avevano già le protezioni. E se anche un cielo nuvoloso non ci ha mai demoralizzate, partire sotto l’acqua non fa proprio per tutte, anche in termini di sicurezza.
Quindi? Quindi bisogna avere a disposizione gli ingredienti per il piano B, o meglio, per il piano C di corsa!
Infilate un paio di shorts colorati, abbinateci un top comodo e rompete gli schemi con un tank in contrasto. Calzino lungo, cap in testa e scarpe da corsa secondo il vostro stile. Ok, se proprio diluvia, un giubbetto sopra il top vi darà una sensazione di maggiore protezione.
I vantaggi del running
Il vantaggio della corsa è proprio questo: serve pochissima attrezzatura, si può fare ovunque e in qualsiasi condizione. Ma ciò che forse è ancora meglio è che serve relativamente poco tempo: un’ora sarà sufficiente a farvi fare una sudata memorabile, a completare eventuali lavori di ripetute, a farvi scaricare tutto lo stress accumulato durante la giornata.
Infatti, a qualunque ora del giorno mi alleni e su qualunque tipo di terreno, incontro sempre altre girlz che si sono dedicate alla stessa sana e attiva oretta vincendo per numero e per costanza sui soci maschietti!
Controindicazioni della corsa!!!
In coscienza, mi sento però di farvi una piccola confidenza, giusto perché siamo tra amiche. Dovete essere perfettamente consapevoli di una controindicazione della corsa e ricordarvene bene sin dalla vostra prima uscita: la corsa crea dipendenza.
Nessuna esagerazione, nessuna retorica. Inizierete per gioco, per sfida, per perdere peso o solo per indossare quei completi talmente fighi che in qualche modo dovrete pur usare, ma sappiate che tutte, indistintamente, entrerete nella spirale della dipendenza da corsa, persino voi che l’avete sempre odiata (un esempio a caso? La sottoscritta credo possa bastare).
Il perché e il come iniziare, ve lo racconto la prossima volta! 😉