GirlStories, storie di donne e ciclismo continua… Oggi si parla di questo sport su due ruote, visto da una giornalista professionista: Giulia De Maio.
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Da bambina, quando guardava il ciclismo alla TV sognava di prendere il posto di Alessandra De Stefano, inviata di Raisport.
“La vedevo al traguardo delle più importanti corse al mondo a rincorrere i corridori per intervistarli appena tagliato il traguardo e pensavo: da grande voglio fare proprio questo!”
Ora, a quasi trent’anni, è sulla buona strada e si sta impegnando per fare della sua passione, il suo lavoro. Giornalista professionista e addetta stampa, si definisce “un ex-ciclista col chiodo fisso”. Perché sì, ha iniziato all’età di 7 anni ad andare in bicicletta e da quel giorno non ha mai smesso.
Ripercorriamo insieme la sua storia
Inizia a pedalare un po’ per caso, per seguire il fratello e praticare uno sport dove, per comodità dei genitori, potessero andare entrambi.
Si iscrivono insieme a un corso per imparare ad andare in bici e tutto inizia da una classica gimcana per bambini.
“Nonostante le ginocchia sbucciate, continuavo imperterrita. Altro che i maschietti…”
Da lì è stato amore a prima vista per questo sport che richiede tanta tenacia e fatica per continuare. Giulia l’ha provato sulla sua pelle.
L’entusiasmo delle prime pedalate senza rotelle, è lo stesso che l’ha accompagnata nel suo percorso di vita.
Le viene la voglia di fare sul serio e iniziare a gareggiare
“Ricordo che qualcuno mi disse: dai, che alle bambine la coppa la danno sempre! Non è certo questo il motivo per cui ho iniziato e continuato.
Non ero una fuoriclasse, ma una ragazza che si è sempre impegnata tanto. I miei punti forti erano (e sono) la grinta e la costanza. Nei 12 anni trascorsi in sella ho vinto poco, ma imparato tanto.
Premesso questo, la vittoria più importante che ho ottenuto è il Campionato Italiano di ciclocross da Esordiente a Bassano del Grappa nel gennaio 2003.
Ricordo che quella mattina faceva freddissimo e per la fretta di partire, finiti i massaggi, ero partita con una calza termica si e una no, ma me ne accorsi solo all’arrivo.
La maglia tricolore batte qualsiasi coppa e medaglia. Quel giorno sei tu il numero 1! Non oso immaginare cosa si provi a vincere quella iridata o una medaglia olimpica!”
Terminata la stagione, al primo anno da Under 23, dopo il Liceo Linguistico, Giulia inizia l’Università e all’ultimo anno sceglie di specializzarsi con indirizzo giornalismo. È qui che il suo percorso professionale inizia a prendere forma.
Arriva il momento di cercare uno stage lavorativo e perché no, magari proprio nel mondo del ciclismo, che tanto la appassiona.
La redazione di TuttoBici la accoglie e le offre la possibilità di provare a diventare una vera giornalista sportiva
“Ho contattato Danilo Viganò, il giornalista che scrive di ciclismo per le testate locali della mia zona (Monza e Brianza) e tante volte aveva scritto di me e la GS Cicli Fiorin, la squadra in cui sono cresciuta.
Lui gentilmente mi ha detto che poteva mettermi in contatto con Pier Augusto Stagi, il direttore di TuttoBICI e tuttobiciweb.it, così dopo pochi giorni sono andata in redazione a Milano.
Pier mi ha dato la possibilità di provare quanto valevo e mi ha insegnato a svolgere questa professione, che come tante altre, si impara davvero solo sul campo.
Ricordo che il primo articolo che scrissi per la rivista, lo stravolse completamente, ma già dal secondo capii come impostarli. Sono davvero grata a Pier, a Paolo Broggi e a tutta la redazione di TuttoBICI.
Se oggi questo è il mio lavoro è perché sono una che ha la testa dura e non si ferma davanti al primo ostacolo, ma anche perché ho avuto la fortuna di avere degli ottimi maestri.”
Oggi Giulia De Maio è riuscita a fare della sua passione, il suo lavoro
Oltre a lavorare come inviata per TuttoBICI, tuttobiciweb.it e tuttobicitech.it, Giulia collabora anche con redbull.com per quanto riguarda il mondo bike e si occupa di uffici stampa.
È responsabile della comunicazione del Centro Ricerche Mapei Sport di Olgiate Olona (VA) e dell’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani (ACCPI).
Offre inoltre consulenze di comunicazione a team e singoli atleti, come a Marco Aurelio Fontana. Infine fa parte della Marina Romoli Onlus, l’associazione benefica fondata dalla sua amica Marina con la quale lotta per aiutare la ricerca a trovare una cura alle lesioni spinali, aiutando giovani atleti coinvolti in gravi incidenti in allenamento o in gara.
“Il mio lavoro mi permette di viaggiare, di scoprire il mondo, di conoscere persone che si impegnano per realizzare i propri sogni. Il ciclismo è davvero una metafora della vita. Hai voluto la bici? Pedala.”
Aspettando di leggere qualche suo articolo su qualche testata di ciclismo, le auguriamo il meglio!